Articolo estratto dal testo “Parliamoci Chiaro: il modello delle quattro distanze per una comunicazione efficace e costruttiva” copyright Gribaudo Editore e Daniele Trevisani, pubblicato con il permesso dell’autore.

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Rimaniamo sempre nell’area della prima distanza, quella del Self, introducendo però una nuova disciplina chiamata Analisi Transazionale, di cui osserveremo principi chiave ed utilizzi.

L’Analisi Transazionale è una metodologia di studio della comunicazione tra le più consolidate e utili e fu sviluppata da Eric Berne, che riprese e semplificò gli studi di Freud sulla personalità e sulla psicanalisi,  per insegnare ai soggetti ad emettere segnali comportamentali più coerenti con i ruoli sociali nei quali essi dovevano inserirsi, avvalendosi di una terapia di gruppo. Attualmente si usa invece in campo aziendale e sociale, sia per migliorare la comunicazione interna ed esterna ai gruppi, sia per lo studio delle conversazioni quotidiane. 

Nello specifico questa disciplina si occupa di analizzare come diverse personalità vengono a contatto e come comunicano tra di loro. Tratta nello specifico lo stato della personalità che in un certo momento sta prendendo il palco, sta interagendo, sta comunicando, soffermandosi sul “ruolo che parla”. Ciò aiuta a capire come molte comunicazioni siano in realtà forme di espressione della personalità, di un ruolo, e non solo messaggi centrati su cose, oggetti, o informazioni fini a sé stesse. 

In altre parole, si comunica spesso per affermare la propria identità e personalità, e qualsiasi “scusa di contenuto” diventa buona per farlo. Le “scuse di contenuto” sono le occasioni o gli argomenti di cui di volta in volta si parla, i temi delle conversazioni, e le personalità tirano questo brutto scherzo: cercano qualsiasi scusa di contenuto per manifestarsi. 

L’unità di analisi dell’AT è la “transazione”, ovvero uno scambio comunicativo tra un mittente e un ricevente.

Come Berne stesso afferma: “Se due persone s’incontrano per formare un aggregato sociale, prima o poi, una di loro parlerà, o manifesterà con qualche altro segno di riconoscere la presenza dell’altro. Questo fenomeno si chiama stimolo transazionale. A questo punto l’altro dirà o farà qualche cosa che si collega in qualche modo a questo stimolo che si chiama reazione transazionale”.  

Quando due persone comunicano, afferma Berne, ognuno utilizza, in ciascuna transazione, un particolare stato mentale.  

I vari stadi primari che compongono la struttura della personalità, o stati dell’Io, sono: Genitore (G), Adulto (A), e Bambino (B). 

L’analisi transazionale, nella sua forma semplificata, consiste nel rendersi conto di quale stato dell’Io ha prodotto lo stimolo transazionale e da quale stato proviene la reazione transazionale.  

Genitore

Lo stato G ha come base comportamentale i valori dell’autorità, le norme e pregiudizi, i dogmi, i meriti, regole etiche o morali. Esige dagli altri o da sé stesso l’osservanza di norme di comportamento. Il comportamento esteriore è conformista e spesso rigido. 

Questo stato viene suddiviso in due categorie:

  • Genitore naturale o affettivo: comportamento materno e compassionevole, risponde ai bisogni, è amorevole e protettivo, mostra interesse, offre aiuto e supporto. Ha gesti invitanti e di incoraggiamento, tono del linguaggio rassicurante. 
  • Genitore critico o normativo: impone norme e divieti, con atteggiamenti del tipo “sarai punito se” o “è male che”. Dà ordini, trova difetti, biasima, è esigente, a volte sarcastico, a volte arrogante. Il comportamento è severo, il corpo rigido, il tono del linguaggio deciso e autoritario.
Adulto

Lo stato A rappresenta la parte logica, obiettiva, che valuta i problemi in base ai dati, ricerca verifiche concrete, ragiona e razionalizza. Ricerca le cause, esamina le situazioni e le alternative, calcolando le diverse probabilità di successo, fa domande e convalida dati.  Il comportamento esteriore è logico, il tono del linguaggio regolare e neutro. Si esprime con chiarezza senza lasciare trapelare emozioni.

Bambino

Lo stato B è quello della creatività e della fantasia, dei desideri, del “voglio tutto ciò che desidero”, con le relative frustrazioni, ma anche lo stato dei sensi di colpa, della gioia e dello spavento, dell’entusiasmo e dello sconforto, della vita emotiva. Il comportamento esteriore è emotivo ed egocentrico. 

Lo stato B viene suddiviso anch’esso in categorie: 

  • Bambino libero o bambino spontaneo: mostra eccitazione, divertimento, benessere, atteggiamento positivo, ama giocare e fantasticare. Utilizza espressioni ed esclamazioni di gioia. 
  • Bambino adattato: è sottomesso, evasivo, mostra imbarazzo, spesso mente, è indeciso, mostra sfiducia e disadattamento. Obbedisce agli ordini ricevuti. Si comporta sempre in funzione delle attese degli altri. Ha comportamento riservato, voce moderata tono a volte esitante e lamentoso.
  • Bambino ribelle: è caratterizzato da una serie di manifestazioni negative e polemiche, aggressività, volontà di farsi notare dicendo “no”, speranza di attirare l’attenzione altrui opponendosi a tutti indistintamente. Ha comportamenti bruschi, voce dura che esprime rabbia. 
  • Bambino “piccolo professore” o “Bambino saccente”: è curioso di sapere e di capire. È spesso convinto di sapere tutto. È agitato e chiassoso. È anche una sede di creazione e ingegnosità. 

La presenza dei tre livelli di personalità è motivata dalla stratificazione delle esperienze e delle percezioni che avvengono durante la crescita e lo sviluppo. Queste fasi ed esperienze non vengono perse durante lo sviluppo, ma rimangono e si stratificano, fino a formare il bagaglio psicologico dell’individuo, al quale l’individuo attinge nelle diverse situazioni. 

L’analisi transazionale può quindi aiutare gli individui ad analizzare il proprio atteggiamento ed il modo con cui si comunica, e quindi a conoscersi meglio e sviluppare rapporti interpersonali più soddisfacenti. 

libro "Parliamoci Chiaro" di Daniele Trevisani

Per approfondimenti vedi:

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